La storia

Ultima modifica 17 gennaio 2019

Epoca romana
Il nucleo di Caponago risale all’epoca romana: lo testimonia l’antico nome del paese, “Caponiacum”, poi tramutato in “Capunaco”.
Caponago era all’epoca una frazione (vicus) appartenente al Comune (pagus) di Cavenago.

Medioevo
Il paese viene affidato all’amministrazione dei conti di Pavia.
L’imperatore Carlo il Calvo cede la proprietà di Caponago all’arcivescovo Ansperto, che viene scomunicato dal papa nel 778.
L’arcivescovo Ansperto muore nel 781 e lascia le terre di Caponago (dove sorgeva un convento degli Umiliati) all’ospedale di Biassono.
Intorno all’anno 1000 vengono costruite le prime fortificazioni e fossati intorno al burgus di Caponago.
Tra il 1300/1400 la zona di Caponago è teatro di sanguinose lotte tra guelfi e ghibellini.

Rinascimento
Nel 1432 i Visconti concedono Caponago come feudo ai Crivelli. Poi il feudo passa ad altre famiglie di Milano, tra cui il marchese Pallavicino, il conte Sangiuliano ed il conte Saccoborella.
Nel XV secolo nasce un famoso giurista noto come Tomaso da Caponago

Il '700
Nel 1727 Caponago aveva 310 abitanti e non aveva entrate proprie.
I campi di Caponago erano posseduti da 17 titolari (milanesi ed ecclesiastici). I maggiori proprietari di terre erano i Gabrio Casati, la S. Tecla di Milano ed i Seregni.

L'800
Nel 1850 la popolazione di Caponago è di 1.251 residenti. I proprietari terrieri hanno le loro residenze in ricchi palazzi al centro del paese, e favoriscono il sorgere delle cascine, ovvero dei caseggiati alla periferia del paese per i contadini che curavano i campi ed il bestiame.
Nel 1896 il senatore Simonetta fonda un padiglione di isolamento per malattie infettive; nel 1915, sempre per opera sua, viene aperto un asilo infantile, tuttora attivo.
Una delle vie di Caponago è tuttora dedicata al senatore Simonetta.